Il topinambur, cultura e salute delle piante selvatiche

Il topinambur, cultura e salute delle piante selvatiche

Il Topinambur Helianthus tuberosus - Fam. Asteraceae) è una pianta erbacea perenne, alta fino a 2 metri, munita di una grossa radice fusiforme, carnosa, ingrossata in tuberi terminali. Il fusto è eretto, con foglie ovato-lanceolate (5-8 x 8-15 cm), acuminate, a margine dentellato. Le infiorescenze sono costituite da capolini di colore giallo, simili a piccoli girasoli, formati da fiori tubulosi centrali e ligulati periferici. Predilige gli ambienti umidi e cresce spontaneamente nei terreni incolti, lungo i fossi e i margini delle strade.

Storia, miti e leggende

Originario delle praterie del Nord America e del Canada, venne introdotto in Europa a partire dal XVII per la sua radice commestibile; la sua presenza a Roma è documentata già nei primi anni del Seicento. Raggiunse la sua fama culinaria alla corte di Francia, dove trovò il sostegno e l'apprezzamento del celebre cuoco Pierre François La Varenne, autore del famoso Le cuisinier François, un'opera che influenzò radicalmente la gastronomia dell'epoca. 

Il termine scientifico helianthus, deriva dal greco helios, sole e anthos, fiore; mentre tuberosus è riconducibile alla caratteristica conformazione dell'apparato radicale. L'etimologia del nome popolare sembra essere legato ai tupinamba: una popolazione brasiliana balzata agli onori della cronaca, durante la dominazione portoghese, per i loro rituali antropofagi (le tribù locali, impegnate in continue guerre di predominio territoriale, erano solite catturare e mangiare i prigionieri) e per essere degli abituali consumatori di questa pianta (la sua radice veniva consumata arrostita sulla brace).

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Articolo di Maurizio Di Massimo su Wall Street International