Articolo di Maurizio Di Massimo su Meer - Media platform
L’ortica va raccolta in un luogo selvatico, non vicino a discariche, o a canali di raccolta di campi coltivati: selezionate attentamente le piante, che siano di aspetto sano, di colore verde intenso, controllando che le foglie non siano aggredite da parassiti, che sotto il margine fogliare inferiore non ci siano uova di insetti, macchie di muffe o altro.
È consigliata la raccolta in fasi di luna crescente, così che la linfa della pianta, il succo vitale ( in termini ayurvedici il rasa) sia più concentrato verso le sommità, nell’apparato fogliare. Utilizzate solo le foglie, il fusto fibroso è intrattabile, a meno che non vogliate cimentarvi in esperimenti di filatura al telaio, ottenendo un'ottima fibra tessile vegetale, molto resistente, ma adatta anche per filati sottili e morbidi come la mussola di ortica. Il fusto cavo delle fibre ha proprietà termoregolatrici secondo come viene attorcigliata: più stretta è ed è simile al cotone, meno pressata e lasciando più aria protegge dal freddo come la lana. Questo utilizzo tessile ha origini antiche: Oetzi, l’uomo del Similaun di 5000 anni fa, ritrovato sulle montagne della val Senales, aveva abiti fatti di fibra di ortica, per arrivare fino al confezionamento delle divise dei soldati dell’armata di Napoleone Bonaparte.
Non fate passare troppo tempo dalla raccolta all’utilizzo della pianta: il prana, l’energia vitale, la vis medicatrix naturae, tende a disperdersi e a diluirsi in tempi rapidi, ma noterete che basterà immergerla nell’acqua e riprenderà rapidamente tono e vitalità. Lavatela bene con acqua, bicarbonato e succo di limone. Quando sono pronte, potete sottoporre le foglie d un paziente lavoro di pestello e mortaio per estrarne il succo (se siete dei tradizionalisti e con tanto tempo a disposizione) altrimenti ricorrete ai funzionali elettrodomestici frullandole in acqua minerale, filtrate e schiacciate bene la poltiglia (uno schiaccia patate è il giusto attrezzo). Oppure con una centrifuga, o ancor meglio con un estrattore, che ci darà una ottima resa, estraete il succo, il sangue vegetale dal bellissimo colore verde che si potrà conservare in frigorifero, in bottiglia ben chiusa, per 7/10 giorni. Se volete creare un alcolato, una preparazione che non segue le precise norme di una tintura madre, ma un composto generico a base alcolica con una parte vegetale, diluite il succo in grappa, alcool alimentare o similari (così si conserva anche per un mese e più). Utilizzate un cucchiaino al mattino in acqua o durante la giornata come una cura alla clorofilla con azione tonificante, depurativa, alcalinizzante, antiossidante, remineralizzante (potassio, magnesio, silicio, ferro).